Ok, ne siamo consapevoli, difficilmente si poteva trovare un
nome più brutto per una birra. Ma è la nostra prima creatura, una lager pilsner
fatta con tutta l'inesperienza, la foga e l'impazienza necessarie. Non credo
che manchi niente a questa birra eccetto, forse, il fatto di essere buona. Ma
da qui si deve passare e l'esperienza va' fatta senza remore nè timori di
possibili insuccessi, ci saranno certo ma saranno sicuramente controbilanciati
da ottimi prodotti.
Ma al di là del risultato finale, quel che resta resta sono
i momenti passati a crearla, a ripeterci a vicenda il procedimento
corretto, a verificare temperature e numeri vari, a smaniare per sentire il
primo gorgoglìo del fermentatore. E poi i travasi, l'imbottigliamento, le etichette
fatte a mano (per ora, la tipografia è impegnata al momento...) e quella voglia
di assaggiarla anche se si deve aspettare: dopo un mese dall'imbottigliamento
si può bere, ma dopo due mesi è certo meglio. Spero...
Non mancano nemmeno le battute e i sogni tra il serio e il
faceto, tra speranze e ilarità. Porsi un obiettivo permette di mettersi alla
prova, di migliorare, di provarci fino a riuscire. Porsi un grande obiettivo
vuol dire responsabilità maggiori, impegno, cura. Porsi dei sogni vuol dire
guardare lontano, e chissà...
Ma da qui ai sogni abbiamo dato vita, ieri sera, ad una
wheat beer (weisse anglosassone), stavolta utilizzando estratto di malto al
posto dello zucchero, e lievito dedicato anzichè quello compreso nel kit.
Attendiamo la fermentazione, la "Malgòn" è in arrivo...
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